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Contro la Città
di Franco Isman


Cascinazza 27 novembre 2002
Cascinazza 27 novembre 2002 - foto Giorgio Majoli

La giunta, con delibera 696 del 6 novembre, ha rinunciato alla causa avviata nel marzo 2005 presso il Tribunale Superiore delle Acque contro la variante al PAI (Piano di Assetto Idrogeologico), a pochi giorni dalla sentenza prevista per il 5 dicembre 2007.
Ha rinunciato cioè ad una causa che non poteva non vincere.
Perché e cosa significa questa rinuncia ?

Il PAI del 2001, pur antecedente alla catastrofica inondazione del novembre 2002, aveva classificato l'area della Cascinazza nella categoria R4, “zona ad altissimo rischio di esondazione ove sono possibili la perdita di vite umane oltre che danni gravi agli edifici e alle strutture”, con conseguente divieto assoluto di costruzione.
Viceversa il nuovo PAI, emanato con decreto del governo Berlusconi, ennesima legge ad personam, aveva ripristinato la possibilità di costruire sulla base del progetto di un canale scolmatore che dovrebbe, chissà se e quando (in realtà mai), portare l'ondata di piena da subito prima del Ponte delle Catene nel Parco a subito dopo la Cascinazza, sbattendola addosso a San Maurizio al Lambro.
I prodigi della tecnica: basta un progetto (di larghissima massima) e cioè basta qualche riga tracciata sulla carta per far immediatamente scomparire il pericolo dell'inondazione e del conseguente rischio per le persone !

Il comune di Monza, affiancato da quelli di San Maurizio al Lambro e di Cologno Monzese, aveva interposto appello e, considerata la totale assurdità di una norma che decide per oggi in base a quanto forse verrà fatto in futuro, non poteva che vincere la causa. Il che avrebbe significato ripristinare l'inedificabilità per l'area della Cascinazza sancita dal PAI precedente. Cosa assolutamente da evitare.
Epperbacco, non per niente Forza Italia ha insediato come assessore all'urbanistica l'avv. on. Paolo Romani, suo coordinatore per la Lombardia.
Alla conferenza stampa di presentazione della nuova giunta il quesito sulla continuazione o meno della causa in essere era stato posto da chi scrive, senza ottenere risposta dal sindaco.

Si tratta di un progetto di massima, che, come abbiamo detto e ripetuto, non sarà in realtà mai eseguito, di un progetto comunque assurdo:
- protegge dall'inondazione l'area della Cascinazza che cessa quindi dalla sua funzione di vasca di compensazione e va a gettare l'onda di piena direttamente sull'abitato di San Maurizio al Lambro e poi di Cologno;
- prevede la captazione dell'acqua subito prima del Ponte delle Catene, esattamente in corrispondenza del “cannocchiale” posteriore della Villa Reale;
- avrebbe un costo (largamente sottostimato) di 168 milioni di euro.

La rinuncia odierna, la rinuncia a vincere per consentire l'edificazione sull'area Cascinazza, è perfettamente in linea con il comportamento del sindaco Colombo che nel 2001 aveva interposto appello contro il PAI precedente che tale edificazione vietava.
Il non dimenticato Giuseppe Motta, Peppino per gli amici, sul forum Monza-Piazza d'Uomo da lui fondato, aveva scritto un intervento di fuoco intitolato “Guerra alla Città”. Ma non c'è niente da fare, per questi “signori” uno ed uno solo è l'interesse da salvaguardare ad ogni costo: quello del padrone.

Franco Isman

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  20 novembre 2007